Dal punto di vista gemmologico, la Divina Commedia è un vero e proprio scrigno di tesori: contiene rubini, topazi, smeraldi, zaffiri, perle e diamanti, oltre a cristallo, ambra e vetro. La maggior parte dei riferimenti alle gemme si possono trovare nel Paradiso, il Cantico della Luce, in cui Dante fa abbondante uso dell'illuminazione sugli oggetti sotto forma di riflessione, rifrazione e ombra per trasmettere una varietà di metafore e concetti: le perle, il simbolo intellettuale splendore del saggio; rubini, anime dei guerrieri cristiani; diamanti, forza d'animo e fermezza; e lo zaffiro, emblematico della Vergine Maria, Regina del Cielo.
È evidente che Dante era ben consapevole delle caratteristiche fisiche intrinseche di ciascuna pietra preziosa e della sua associazione astrologica, nonché degli attributi spirituali, metafisici e medicinali che ciascuna si presumeva possedesse. La sua conoscenza pratica della riflessione, rifrazione e dispersione della luce su gemme specifiche è straordinaria poiché combina la conoscenza di un fisico con le parole di un bardo.
Utilizzando passaggi gemmologici della Divina Commedia, l'autore mostrerà come Dante abbia utilizzato gli attributi fisici di ciascuna gemma per descrivere le caratteristiche intrinseche degli esseri umani, delle anime, dei santi e infine del divino - rappresentato da un diamante brillante e immacolato. In poche parole sullo scopo, sull'ispirazione o sul successo del progetto e lascia che siano le immagini a raccontare il resto della storia.
Questo libro è stato uno dei 7 migliori libri gemmologici del 2021 e 2022, arrivando al 4° posto ogni anno.